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Tra poco sarà votato il Disegno di Legge Quadro sull'Università. Sono previsti rettori manager, tagli e fondazioni private!


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    Lettera aperta sulla 137, proposta per il referendum

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    StefanoSPO


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    Lettera aperta sulla 137, proposta per il referendum Empty Lettera aperta sulla 137, proposta per il referendum

    Messaggio  StefanoSPO Dom Nov 02, 2008 1:56 pm

    Ancora una volta ci troviamo dinanzi ai fatti compiuti di un governo sordo, arrogante e indifferente...

    Non si può prescindere dalle migliaia di voci che si stanno alzando in questi giorni per le strade, nelle piazze, nelle scuole...
    Il 29 ottobre 2008 il Senato della Repubblica ha approvato il decreto legge sulla riforma della scuola, un provvedimento preso senza consultare minimamente coloro che quotidianamente vivono la scuola.
    Senza contare che il ministro Gelmini - dottore in legge - dovrebbe ricordarsi che il decreto legge è stato pensato solo per i casi di estrema urgenza (non per aggirare gli iter legislativi) e non ci sembra questo il caso…

    Le proteste, nonostante l’approvazione parlamentare, non si fermeranno in quanto forte è la volontà di difendere il nostro sapere.
    Sono contestazioni, le nostre, che non nascono certo dalla voglia di disertare le lezioni, ma dalla volontà di salvare l'istruzione. Lo dimostrano le lezioni all aperto, le relazioni stese a riguardo, le tante assemblee tenute...anche durante le ore pomeridiane! Scuole e università si stanno mobilitando per chiedere centralità, la consapevolezza che il sapere è il principale motore per il miglioramento delle nostre condizioni sociali.

    Le accuse di strumentalizzazione partitica della protesta sono smentite da una partecipazione che va ben oltre le capacità di qualunque partito.
    Addirittura spesso sono gli stessi sostenitori della legge a dichiarare di non partecipare alla protesta per ordine del loro partito...
    Il nostro non è un movimento qualunquista, ma un insieme di studenti e lavoratori che, aldilà dell’appartenenza partitica, reclamano il diritto di essere considerati parte attiva delle decisioni che lo riguardano.

    L’Unione Degli Studenti (organizzazione studentesca di tipo sindacale) in un suo intervento dice: “ E' nato un movimento plurale nelle sue diversità. Un movimento assolutamente pacifico, reale, partecipativo, democratico, un movimento che nasce per rivendicare più scuola e più sapere, che vuole una conoscenza capace di eliminare le tante ingiustizie sociali che pervadono il nostro tempo. non siamo per il mantenimento dello status quo, ma chiediamo invece vero cambiamento, scuole e università al passo con l'Europa, una ricerca al servizio della collettività, la possibilità di raggiungere i livelli più alti dell'istruzione anche se non sei il figlio di un grande industriale. Questo è un movimento propositivo, dinamico che vuole studiare di più e si oppone ad un governo che ci vuole far studiare di meno e che si rifiuta di affrontare la vera emergenza educativa del nostro paese, pensando che con un grembiulino o un voto di condotta si possano risolvere la fatiscenza dei nostri istituti scolastici, la mancanza di strumenti didattici, la bassezza della qualità delle risorse, il problema di un fenomeno sociale come il bullismo e l'arretratezza dei nostri sistemi formativi rispetto a quelli del resto del mondo.”

    Le forze politiche dell'opposizione, sia parlamentare che extraparlamentare, hanno lanciato la proposta del referendum abrogativo. Tuttavia, riteniamo che questa misura debba essere accompagnata da una serie di referendum interni a ogni scuola, per dare diritto anche agli studenti che non hanno raggiunto la maggiore età di esprimere il loro parere su una legge che li riguarda direttamente per evitare che il destino dei giovani sia deciso esclusivamente da categorie differenti. Gli studenti in effetti sono coloro che più di tutti si sono mobilitati in difesa del sapere pubblico, prendendo da subito una posizione forte e organizzando nell’intero Paese l'opposizione a questo folle provvedimento, riteniamo quindi giusto che una tale presa di responsabilità trovi compimento nell'esercizio di democrazia diretta e trasparente da affiancarsi ad un comunque necessario referendum abrogativo.

    Auspichiamo che la società comprenda come la vera democrazia consista nella presa di decisione diretta, popolare, perché le decisioni dall'alto specialmente se prese in nome del bilancio statale che in nome del bene del paese possono solo portare al crollo del sistema partecipativo.
    Crediamo, quindi che l'unica via d'uscita, l'unico strumento in grado di riportare democrazia in questo paese e dignità alla scuola passi per l' accostamento del referendum abrogativo già proposto dalle forze politiche con un referendum interno e trasparente in ogni istituto.
    Speriamo che questo nostro grido, questa nostra richiesta non siano ancora una volta inascoltati e che una proposta partita da due studenti non sia sminuita rispetto alle tante assurdità che siamo costretti a tollerare ogni giorno in tv e sui giornali da parte di politici e ministri…
    Crediamo fermamente di essere non solo il futuro di questa società ma di rappresentarne soprattutto il presente…pretendiamo risposte costruttive e pertinenti e non attacchi gratuiti. Vogliamo fatti e non finti incontri tardivi…
    La democrazia non è in effetti il potere del popolo?

    Stefano Rognoni – GC Como
    Giulia Panna – UDS Brindisi
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    Messaggio  Admin Lun Nov 03, 2008 5:44 pm

    Referendum abrogativo

    La Costituzione riserva l'iniziativa referendaria al popolo (500.000 elettori) e alle Regioni (5 Consigli regionali), questi possono proporre all'elettorato l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, dove per legge si deve intendere una legge in senso formale, approvata dal Parlamento secondo il procedimento ordinario, e per atto avente valore di legge decreto legge (approvato dal Governo in casi eccezionali di necessità e di urgenza e convertito entro 60 giorni dal Parlamento) e il decreto legislativo (adottato dal Governo su delega parlamentare). Il quorum indica il numero minimo di elettori che devono prendere parte alla tornata elettorale perché il referendum sia valido e perciò idoneo ad abrogare la disposizione oggetto del quesito: esso è fissato nel 50% più uno degli aventi diritto al voto.

    Non tutte le leggi possono essere oggetto di abrogazione tramite referendum: alcune materie sono sottratte dal secondo comma dello stesso art. 75 della Costituzione dall'azione dell'istituto. La disposizione costituzionale cita espressamente le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. In più non è possibile abrogare mediante referendum disposizioni costituzionali, gerarchicamente sovraordinate alla legge ordinaria e quindi abrogabili solo mediante il procedimento aggravato previsto dall'art. 138 Cost. La Corte Costituzionale, che deve pronunciarsi sulla legittimità costituzionale del referendum, ha esteso l'elenco ritenendo inammissibili referendum che non abbiano oggetto unitario o il cui esito positivo paralizzerebbe l'attività di un organo costituzionale, determinando un vuoto legislativo.


    Mi sento di rispondere alla proposta di referendum.
    Ci può anche stare, ma come possiamo vedere da disposizione Costituzionali:
    non possiamo abrogare i tagli inflitti alla scuola pubblica (perchè presenti in finanziaria, dunque non abrogabili).. uno dei motivi principali per cui ci stiamo battendo!
    Chiedo di riflettere su quello che i partiti ci propinano, secondo me è solo un modo per acquietarci e farci stare buoni, inoltre è tentativo di inquadrarci in una proposta partitica, inquadrarci nei tempi canonici per la riuscita del referendum.. ossia più di sei mesi! Ragazzi pensiamoci, io credo che loro possano lanciare quello che vogliono ma tengo a sottolineare che non vogliamo venire a patti con nessuno e soprattutto non siamo l'esercito di nessun partito!

    P.S. ..Ma secondo voi.. al quorum ci arriveremmo mai????!!!! No
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    StefanoSPO


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    Messaggio  StefanoSPO Mar Nov 04, 2008 9:29 pm

    Qui non si parla di cappellare iniziative.. Si dice che visto che il nostro premier si ostina a tacciare il movimento di essere minoritario è necessario che anche nelle scuole si facciano referendum interni e simbolici, i cui risultati siano vincolanti per i presidi e siano pubblicati sui mezzi di stampa.

    Sul quorum io senz'altro firmerò...

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